giovedì 23 febbraio 2017

Michele Mezza: Cosa sta succedendo ai vertici del mondo?

Alcuni dei più potenti, ricchi e popolari tycoon della rete - si legga Facebook (che vuol dire anche Instagram e Whatsapp), Microsoft e Amazon - «hanno cominciato a mettere piedi e mani nel piatto della politica», come ha scritto su Fb il giornalista, saggista e docente universitario Michele Mezza, recentemente uscito con il suo ultimo libro Giornalismi nella rete - Per non essere sudditi di Facebook e Google”.
Oggi i poteri dominanti, accanto ad altri che considero declinanti tra cui Trump, sono legati all’automatizzazione dei comportamenti mediante la centralità degli algoritmi. Per cui penso che i padroni degli algoritmi siano oggi i veri titolari di poteri prescrittivi a livello globale. Dunque non solo incoraggiarli ma addirittura sollecitarli ad assumere ruoli e responsabilità e tutoraggi sulla rete, come si fa sulla vicenda delle fake news chiedendo a Facebook di certificare la veridicità dell’informazione, sia una cosa grave che non sta né in cielo che in terra.

Le notizie su Fb vengono visualizzate in base a una valutazione preventiva che fa l’algoritmo di Facebook sulla circolabilità di quel contenuto. Se considera quel contenuto diffusivo lo valorizza e lo moltiplica. Ecco perché capita di vedere certe notizie passare da 25mila visualizzazioni a 1,5 milioni in due ore. Non perché sia effettivamente letta, ma perché Fb se ne impossessa e la usa come motore del social. Ora che questo sistema sia anche indirizzato ad una sorta di ecologia dei contenuti è una cosa pericolosa. Perché ovviamente i limiti di questo processo sono ingovernabili.I social e prima di loro i motori di ricerca, le community e la rete sono nate in base ad un principio: la circolarità e l’accessibilità dei saperi prevalgono sulla titolarità degli stessi. È il motivo per cui i contenuti vengono diffusi disinteressandosi di chi sono i proprietari. Se si digita “Colosseo” su Google verranno proposte milioni di foto del Colosseo ma non si preoccuperà mai del copyright. Questo però non può valere solo per i beni che i colossi della rete. Questa accessibilità deve valere anche per loro, per i loro algoritmi. Che devono essere negoziabili, integrabili e modificabili. Perché in un ambito riscontro effetti perversi devo essere in grado di intervenire.