giovedì 16 febbraio 2017

Milano, palme in piazza Duomo come nell'800

L'effetto sorpresa se non altro c'è stato. Perché un conto è vederle in un disegno, le palme con vista Duomo, un altro trovarsele lì, a incorniciare le guglie. Il nuovo look esotico dell'aiuola sponsorizzata Starbucks, ancora prima di veder arrivare i banani e il resto della vegetazione che aggiungerà un tocco rosa, divide la città. Tra chi apprezza la novità e scatta foto ricordo e chi, invece, tra ironie e giudizi impietosi, boccia l'inserto: "Ma che cosa c'entra tutto questo con Milano?".

Difende l'idea "che dialoga perfettamente con il Duomo, valorizza lo spazio e ricorda il progetto incompiuto di Gardella". Ma l'oasi urbana si trasforma (anche) in un caso politico. Con l'opposizione che attacca. Da Palazzo Marino con Alessandro Morelli della Lega ("La giunta chieda scusa per un obbrobrio che snatura la piazza") alla Regione con l'assessore Viviana Beccalossi: "Progetto discutibile".

Inequivocabile il giudizio dell'architetto paesaggista Paolo Pejrone, che vede nell'impresa una provocazione poco costruttiva: "Piantare queste specie in piazza del Duomo a Milano mi sembra una follia neogotica. I banani sono una scelta coraggiosa, certo, al limite del kitsch. E le palme non fanno parte del passato e neppure del futuro del Nord Italia, sono un esotismo a sé. No, non sono favorevole a questa idea. Piazza Duomo è un luogo notoriamente vuoto, uno spazio minerale che andrebbe rispettato così com'è e come l'architetto Portaluppi l'aveva immaginato".

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