giovedì 16 febbraio 2017

Arrestato Lee Jae-yong il vicepresidente di Samsung

Cina-Il supermanager e proprietario di Samsung aveva già negato ogni addebito durante il primo arresto in cui era incappato alla fine di gennaio. Allora si era trattato soltanto di un poco simpatico stop in questura di 24 ore: la corte che doveva decidere sul fermo aveva negato agli investigatori l'arresto, non rinvenendo il pericolo di fuga.

Ora però, dopo tre settimane di supplemento di indagini e una nuova richiesta della procura, la stessa corte ha cambiato idea. E l'ipotesi più accreditata è che l'arresto di oggi sia un passo ulteriore verso l'incriminazione formale della presidente che è ancora in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale sull'impeachment votato dal Parlamento.

Le mazzette versate da Samsung sarebbero servite a facilitare una fusione all'interno del gruppo in un primo momento osteggiata dal governo. Lee Kun-hee adesso può restare in carcere fino a 21 giorni prima di comparire davanti a una corte che ne deciderà il destino.

La notizia è piombata ovviamente come una bomba nel mondo finanziario e non solo sudcoreano. Nel colosso è scattata la situazione d'emergenza: sarà il Future Strategy Office a gestire questo difficilissimo momento.

L'immagine del gruppo, per anni considerato simbolo di efficienza asiatica, e già travolto dallo scandalo delle batterie esplosive del Galaxy Note 7, adesso è a rischio. Oltre ai soldi, l'erede dell'azienda leader nel mondo dei telefonini si sarebbe fra l'altro piegato fino all'acquisto di due costosissimi cavalli dei possedimenti della figlia della sciamana in Germania: quando si dice un maneggio davvero senza fine.

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