domenica 26 febbraio 2017

IL RITORNO DELLE FRONTIERE È LA SCONFITTA DELL’EUROPA

Le frontiere hanno a che fare i con i popoli, che non sono le popolazioni di cui trattano i geografi. I popoli hanno a che vedere con miti e forme, leggende e mappe, avi e nemici. Nel suo Elogio delle frontiere, Régis Debray scrive che «un popolo è una popolazione con in più dei contorni e dei cantastorie». È anche questo che spiega «la miseria mitologica» dell’Unione europea, il suo essere effimera: le manca un affectio societatis, «non osa sapere e ancor meno dichiarare dove essa cominci e dove finisca». Non è riuscita insomma a prendere forma, il che vuol dire mettere un ordine nel caos, tracciare una linea fra un dentro e un fuori. L’esatto contrario di ciò che è alla base della fondazione del mondo occidentale in quanto tale: sacro viene dal latino sancire, delimitare, circondare, vietare, templum rimanda al greco temnein, ritagliare. Res sanctae, cose sacre, erano nella cultura latina i muri e le porte delle città.

Il mondo antico aveva ben chiara l’idea di «hybris», l’incontinenza, l’ingordigia di chi non si preclude alcun obiettivo. Il mondo moderno, che si giudica più educato e civile di quello che lo ha preceduto, fa invece di questa ingordigia scorpacciate quotidiane: si vuole senza limiti, morali e materiali. «Un solo mondo», con il suo bravo distintivo «senza frontiere» è quanto ci viene millantato, dimenticandosi che oggi all’Onu c’è il quadruplo degli Stati rispetto a quando fu fondato e che se l’orizzonte del consumatore si dilata, si contrae però quello dell’elettore. Raramente si è visto, nota ancora Debray, «nella lunga storia della credulità occidentale uno iato così forte fra lo stato del nostro spirito e lo stato delle cose, fra ciò che ci auguriamo e ciò che è. Si accarezza l’idea di un pianeta levigato, sgombro dall’altro, una terra con il lifting, con tutte le cicatrici cancellate, dove il Male sembra miracolosamente scomparso. Un’idea sciocca incanta l’Occidente, l’umanità sta andando male, andrà meglio senza frontiere».