domenica 26 febbraio 2017

Inchiesta Consip: gara d’appalto da 2,7 miliardi di euro

Alfredo Romeo, imprenditore napoletano, attraverso Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe sperato di arrivare ai vertici di Consip, per controllare le commesse della centrale acquisti della Pa. È l’ipotesi della Procura di Roma, che ha iscritto nel registro degli indagati il nome di Tiziano Renzi con l’accusa di «traffico illecito di influenze». Ovvero quel reato nel quale l’indagato vanta rapporti con una persona influente per ottenere vantaggi (per sé o per gli altri), e nel quale la suddetta persona influente risulta parte lesa. In questo caso, per logica conseguenza, la parte lesa potrebbe addirittura essere l’ex premier Renzi.

In sede di audizione i magistrati romani dovrebbero prenderere visione degli sms ricevuti dal governatore pugliese e successivamente verbalizzeranno il contenuto acquisendolo agli atti. I magistrati che seguono l’indagine sulla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, al momento non sono orientati ad ascoltare il ministro Lotti sulla vicenda sms ritenendo sufficiente l’acquisizione del contenuto dei messaggi. Nella vicenda Consip Lotti, che ha già reso dichiarazioni spontanee, è indagato con il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, generale Emanuele Saltalamacchia, per i reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento.

Focus sulla gara d’appalto da 2,7 miliardi 
Il reato di traffico di influenze è contestato invece a Tiziano Renzi in concorso con altri. Nell’indagine il focus principale degli inquirenti è rivolto alla gara d’appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stato suddiviso in una serie di lotti.