lunedì 27 febbraio 2017

SCANDALO USA: Decreto Trump, italiana bloccata alla frontiera

È stato il decreto sugli immigrati islamici imposto da Trump a far terminare in modo inaspettato la vacanza di un’italiana trentaquattrenne. Un periodo di ferie in Centro America è finito con le manette ai polsi mentre le autorità aeroportuali americane scavavano per sette ore nel suo passato. E quando la ragazza ha ricevuto il permesso di imbarcarsi per tornare in Italia le hanno presentato la parcella: 2850 dollari per il tempo impiegato dagli agenti dell’immigration per stabilire se dietro a quei viaggi in Libia e in altri paesi arabi ci fossero collegamenti col terrorismo fondamentalista islamico.
È accaduto ad Alessandra, che preferisce che il suo cognome non venga usato. Teme le conseguenza di quando avrà bisogno nuovamente di passare per gli Stati Uniti. La sua vacanza è agli sgoccioli. Di primo mattino arriva all’aeroporto di Guanacaste-Liberia per il check-in. Alla compagnia aerea americana la informano che c’è un problema e pertanto le possono dare la carta d’imbarco solamente fino ad Atlanta. Lì dovrà fare dogana e presentarsi nuovamente per il check-in per Londra. Alle 8 del mattino l’aereo decolla e poco prima delle 13 atterra negli Usa all’aeroporto internazionale Hartsfield-Jackson.

Al controllo passaporti c’è una lunga coda perché pochi giorni prima, il 27 gennaio, Trump aveva dato ordine che scattasse il divieto d’ingresso a persone provenienti da sette paesi a maggioranza islamica. La direttiva è chiara ma il modo in cui renderla operativa no. Quando è il turno della giovane professionista veneta l’agente della polizia di frontiera sfoglia il passaporto italiano e nota vari visti di paesi arabi. Si sofferma su uno in particolare. “Questo è un visto della Libia”, e scompare per alcuni minuti col passaporto. Si ripresenta con due poliziotti che mettono le manette ai polsi di Alessandra senza alcuna spiegazione.